My Dream: gio, 05 feb 2015 - gio, 05 feb 2015:
Sono circa le 4:00 di mattina, mi sveglio, resto fermo, tengo gli occhi chiusi, ed inizia il mio passatempo preferito: trovare la maniera più efficace per poter fare sogni lucidi! Le macchie colorate dietro le palpebre diventano striature, io continuo a fissarle, ma sono deboli e non si evolvono; provo quindi ad immaginare un barista al bancone che mi attende come un traghettatore che mi aprirà le porte per il mondo di Morfeo.
Di tanto in tanto tolgo l'attenzione da lui ed osservo dietro le palpebre i colori delle striature e delle macchie che diventano più forti ed acquisiscono una maggiore consistenza; insisto allora focalizzando sempre più di frequente sul barista e controllando sempre meno le ipnagogiche.
Tra un passaggio e l'altro dico al barista cose senza senso e pian piano, senza che io me ne accorga, mi trovo in un sogno, dal quale poi, prendo finalmente coscienza!
Sono in un furgoncino, simile a quelli della scuola, con tanti posti: mi accascio subito a terra per non svegliarmi: tocco il pavimento con le mani, ne sento il freddo e la consistenza, vedo che é stato ricoperto da un velo di plastica protettivo con sopra disegni astratti tendenti al rosso scuro; mi guardo attorno: non ci sono molti passeggeri. Mi dirigo subito dall'autista, affiancato da un'altro ragazzino che suppongo sia suo figlio: fuori é buio, e le luci colorate per i passeggeri sono accese, ma sono fioche; allora urlo "LUMINOSITA'AAAAA!" i due si voltano verso di me come a guardare un pazzo e ... poco dopo mi sveglio.
Non demordo: faccio sempre lo stesso tentativo con il barista al quale riprendo a dire cose senza senso solo per passare del tempo e ... rieccomi in un'altro sogno.
Mi trovo in una stanza tutta in legno: sono con mia moglie, ma non é casa nostra. Lei mi parla: non ricordo cosa mi dica ma poco dopo va a dormire, ed io approfitto della situazione e mi dirigo verso la porta poiché dalle finestre scorgo del verde e immagino che là fuori ci sia qualcosa di bello da vedere. Esco e ... di fronte a me trovo il contesto onirico più bello e più nitido che io abbia mai avuto modo di vedere in tutto il mio trascorso da onironauta: a quattro passi da me uno strapiombo infinito, alla mia sinistra una grande montagna rocciosa affiancata da un cielo che non é un cielo ma un lago di cigni dai colori rosei. Subito sotto a questo pseudo cielo altri insoliti animali volanti: uno dal becco a cilindro nero ed altri che si aggirano nel fitto dei rami di alberi altissimi e verdi; al centro vedo l'orizzonte e subito sopra un'altro lago argentato popolato da cigni rosa pallido. Infine volgo lo sguardo alla mia destra e scorgo altre montagne verdi ed un cielo azzurro che più puro non ce nè.
Un venticello caldo che parte dallo strapiombo mi invita a volare, ed io non ci penso due volte: mi butto a braccia aperte e finisco in fondo dove c'è una grande zona erbosa abitata da enormi vermi bianchi pascolanti; perdo quota per un attimo ma mi ridó la spinta con il piede stando attento a non atterrare sopra uno di loro.
Arrivo ad una lunga parete di roccia che percorro un po' volando ed un poco a piedi, fino a raggiungere un piazzale: ora é sera e sento una voce che mi chiama alle spalle. Mi volto e vedo una ragazza rannicchiata a terra che mi dice -"Posso dirti una cosa abbastanza importante?"- e le rispondo -"Sì, certo dimmi!" Contento che finalmente un personaggio onirico parli chiaro senza farfugli o metafore ... ma mi sveglio.
Ripeto la tecnica del barista e rientro nello stesso sogno dove vado direttodalla ragazza partendo dalla medesima casa ma dei tizi corpulenti e vestiti con magliette nere mi bloccano, come se avessi violato le regole di qualche mondo particolare a me sconosciuto.
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Sono circa le 4:00 di mattina, mi sveglio, resto fermo, tengo gli occhi chiusi, ed inizia il mio passatempo preferito: trovare la maniera più efficace per poter fare sogni lucidi! Le macchie colorate dietro le palpebre diventano striature, io continuo a fissarle, ma sono deboli e non si evolvono; provo quindi ad immaginare un barista al bancone che mi attende come un traghettatore che mi aprirà le porte per il mondo di Morfeo.
Di tanto in tanto tolgo l'attenzione da lui ed osservo dietro le palpebre i colori delle striature e delle macchie che diventano più forti ed acquisiscono una maggiore consistenza; insisto allora focalizzando sempre più di frequente sul barista e controllando sempre meno le ipnagogiche.
Tra un passaggio e l'altro dico al barista cose senza senso e pian piano, senza che io me ne accorga, mi trovo in un sogno, dal quale poi, prendo finalmente coscienza!
Sono in un furgoncino, simile a quelli della scuola, con tanti posti: mi accascio subito a terra per non svegliarmi: tocco il pavimento con le mani, ne sento il freddo e la consistenza, vedo che é stato ricoperto da un velo di plastica protettivo con sopra disegni astratti tendenti al rosso scuro; mi guardo attorno: non ci sono molti passeggeri. Mi dirigo subito dall'autista, affiancato da un'altro ragazzino che suppongo sia suo figlio: fuori é buio, e le luci colorate per i passeggeri sono accese, ma sono fioche; allora urlo "LUMINOSITA'AAAAA!" i due si voltano verso di me come a guardare un pazzo e ... poco dopo mi sveglio.
Non demordo: faccio sempre lo stesso tentativo con il barista al quale riprendo a dire cose senza senso solo per passare del tempo e ... rieccomi in un'altro sogno.
Mi trovo in una stanza tutta in legno: sono con mia moglie, ma non é casa nostra. Lei mi parla: non ricordo cosa mi dica ma poco dopo va a dormire, ed io approfitto della situazione e mi dirigo verso la porta poiché dalle finestre scorgo del verde e immagino che là fuori ci sia qualcosa di bello da vedere. Esco e ... di fronte a me trovo il contesto onirico più bello e più nitido che io abbia mai avuto modo di vedere in tutto il mio trascorso da onironauta: a quattro passi da me uno strapiombo infinito, alla mia sinistra una grande montagna rocciosa affiancata da un cielo che non é un cielo ma un lago di cigni dai colori rosei. Subito sotto a questo pseudo cielo altri insoliti animali volanti: uno dal becco a cilindro nero ed altri che si aggirano nel fitto dei rami di alberi altissimi e verdi; al centro vedo l'orizzonte e subito sopra un'altro lago argentato popolato da cigni rosa pallido. Infine volgo lo sguardo alla mia destra e scorgo altre montagne verdi ed un cielo azzurro che più puro non ce nè.
Un venticello caldo che parte dallo strapiombo mi invita a volare, ed io non ci penso due volte: mi butto a braccia aperte e finisco in fondo dove c'è una grande zona erbosa abitata da enormi vermi bianchi pascolanti; perdo quota per un attimo ma mi ridó la spinta con il piede stando attento a non atterrare sopra uno di loro.
Arrivo ad una lunga parete di roccia che percorro un po' volando ed un poco a piedi, fino a raggiungere un piazzale: ora é sera e sento una voce che mi chiama alle spalle. Mi volto e vedo una ragazza rannicchiata a terra che mi dice -"Posso dirti una cosa abbastanza importante?"- e le rispondo -"Sì, certo dimmi!" Contento che finalmente un personaggio onirico parli chiaro senza farfugli o metafore ... ma mi sveglio.
Ripeto la tecnica del barista e rientro nello stesso sogno dove vado direttodalla ragazza partendo dalla medesima casa ma dei tizi corpulenti e vestiti con magliette nere mi bloccano, come se avessi violato le regole di qualche mondo particolare a me sconosciuto.
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