Siamo un gruppo di persone, in una zona arida, di giorno: ci stiamo preparando a rapinare alcuni uffici. Uno dei complici chiede se siamo pronti: tutti sembriamo sicuri e tranquilli, mentre io ho un leggerissimo stato d'ansia ma immagino sia normale. "Andiamo!" urla il tizio ed io comincio a correre verso l'ufficietto assegnatomi. Raggiunta la porta la apro con vigore e tenendo una teierina dorata in mano a mo' di pistola, minaccio i presenti intimandoli di spostarsi. C'è pochissima agitazione soprattutto una volta aperta una seconda porta che da ad un altro studio con delle persone sedute attorno ad un tavolo da riunione. Li faccio alzare tutti e loro con grande self-control -"Huh, spostiamoci di la, c'è una rapina"- tutti pian piano si spostano continuando le loro discussioni di affari.
Una volta solo in questo ufficio vado dritto al sodo e cerco i soldi: trovo delle cassettine in ferro, prima una blu e poi una rossa, tutte e due già aperte con la chiave ancora nella serratura; ho dovuto solo scoperchiarle e guardarci dentro, ma contenevano solo fogli e foglietti.
Esco leggermente deluso dall'ufficio e rieccomi nella zona arida; poi mi giro e vedo dell'erba: sento dei bambini che corrono e che si divertono e li ad attendermi c'è una ragazza del gruppo che ha finito prima degli altri. Le chiedo come é andata ma anche lei non sembra entusiasta.
Decidiamo di andare verso l'uscita e ci mettiamo a correre; io lo faccio in una maniera particolare: mi metto dei guanti che hanno una zona di pelle che ricopre il palmo e che mi permette di correre come un gatto a quattro zampe.
Velocemente raggiungiamo l'entrata del giardino, che da su un vialetto: qui giunti ci salutiamo ed io comincio a percorrerlo a piedi. Ho sete ed anche un po' di fame ma con zero soldi in tasca posso far poco: mentre attendo di vedere qualcuno del gruppo venire verso di me, cammino sotto agli alberi del viale che poco dopo si trasformano in un portico.
Poco dopo mi imbatto in una bimba vestita di lilla: è voltata di schiena e penso sia una rom, dato che ha i piedi nudi; sta facendo qualcosa, ma non condividendo molto il loro stile di vita decido di non fermarmi e continuo per la mia strada.
Vedo una zona di terra con un po di verde e delle piante con un tubo che é stato fissato ad una base di ferro per innaffiare le piante. Mi viene la mezza idea di bere direttamente dal tubo ma poi temo che qualcuno mi dica qualcosa e rinuncio. Continuo a camminare per ritrovarmi a lato di un ristorante, con un gazebo in legno, una zona bar e tante bevande esposte: penso che magari posso comprare una bottiglia d'acqua ma decido di sedermi su una seggiola del ristorante ed aspettare di vedere qualcuno del gruppo arrivare.
Nel frattempo vedo il cameriere servire del cibo che non é propriamente italiano e nell'animo sento che siamo in Turchia: grandi piatti con pollo alla base, tanto riso sopra e patate. Mentre sta servendo, il cameriere si gira e mi guarda come per chiedermi se voglio un piatto uguale anche io ma faccio cenno di no ringraziandolo. Poco dopo da lontano vedo arrivare mia moglie che mi viene incontro: mi alzo e andando verso di lei la saluto ed insieme ci avviamo verso l'albergo.
Una volta solo in questo ufficio vado dritto al sodo e cerco i soldi: trovo delle cassettine in ferro, prima una blu e poi una rossa, tutte e due già aperte con la chiave ancora nella serratura; ho dovuto solo scoperchiarle e guardarci dentro, ma contenevano solo fogli e foglietti.
Esco leggermente deluso dall'ufficio e rieccomi nella zona arida; poi mi giro e vedo dell'erba: sento dei bambini che corrono e che si divertono e li ad attendermi c'è una ragazza del gruppo che ha finito prima degli altri. Le chiedo come é andata ma anche lei non sembra entusiasta.
Decidiamo di andare verso l'uscita e ci mettiamo a correre; io lo faccio in una maniera particolare: mi metto dei guanti che hanno una zona di pelle che ricopre il palmo e che mi permette di correre come un gatto a quattro zampe.
Velocemente raggiungiamo l'entrata del giardino, che da su un vialetto: qui giunti ci salutiamo ed io comincio a percorrerlo a piedi. Ho sete ed anche un po' di fame ma con zero soldi in tasca posso far poco: mentre attendo di vedere qualcuno del gruppo venire verso di me, cammino sotto agli alberi del viale che poco dopo si trasformano in un portico.
Poco dopo mi imbatto in una bimba vestita di lilla: è voltata di schiena e penso sia una rom, dato che ha i piedi nudi; sta facendo qualcosa, ma non condividendo molto il loro stile di vita decido di non fermarmi e continuo per la mia strada.
Vedo una zona di terra con un po di verde e delle piante con un tubo che é stato fissato ad una base di ferro per innaffiare le piante. Mi viene la mezza idea di bere direttamente dal tubo ma poi temo che qualcuno mi dica qualcosa e rinuncio. Continuo a camminare per ritrovarmi a lato di un ristorante, con un gazebo in legno, una zona bar e tante bevande esposte: penso che magari posso comprare una bottiglia d'acqua ma decido di sedermi su una seggiola del ristorante ed aspettare di vedere qualcuno del gruppo arrivare.
Nel frattempo vedo il cameriere servire del cibo che non é propriamente italiano e nell'animo sento che siamo in Turchia: grandi piatti con pollo alla base, tanto riso sopra e patate. Mentre sta servendo, il cameriere si gira e mi guarda come per chiedermi se voglio un piatto uguale anche io ma faccio cenno di no ringraziandolo. Poco dopo da lontano vedo arrivare mia moglie che mi viene incontro: mi alzo e andando verso di lei la saluto ed insieme ci avviamo verso l'albergo.