Dopo aver passato velocemente in rassegna le rovine di un tempio, con colonne divelte e capitelli poggiati sul terreno, arriviamo in un anfiteatro dove Atlante ci dimostra l'utilizzo del suo particolare boomerang artigianale in ferro battuto.
Si trova in piedi sopra ad un piccolo palco quadrato in metallo ed è alto e grosso come due o tre uomini robusti. Io ammiro la sua maestria e l'originalità dell'arma e mi avvicino ammaliato e lui per gioco effettua un lancio particolarmente basso che al ritorno mi passa sopra la testa: mi abbasso per paura di essere colpito e sento l'aria che mi scompiglia i capelli. Non sono spaventato però, ma divertito.
La "Nuova Venezia"
Partiamo ed appena passato il cancello di partenza la strada è illuminata da lanterne e trovo in terra una collana rotta con delle grosse pietre trasparenti che sembrano cristalli: alcune sono colorate di fucsia/rosa acceso, altre sono incolore.
Decido di raccoglierla e mettermela in tasca per esaminarla più tardi.
Tra me e me, forse a voce alta, esclamo "Beh se è così cominciamo bene!!" Ma so già che più avanti non ci saranno le lanterne ad illuminare la strada e che sarò solo o quasi. Questo comunque non mi sconforta ma mi spinge piuttosto ad andare avanti.
E' il momento di controllare la collana ed i suoi cristalli: ne rimuovo uno incolore per scoprire che è banale vetro con delle macchie tonde al suo interno. Lo getto in acqua per passare alle altre pietre quando sento un rumore di sassi che si scontrano: è il pezzo di vetro che ho lanciato che è andato a sbattere contro i ghiaccioli di sale presenti nel canale.
Infatti ora le luci sono spente e l'unica fonte di illuminazione sono dei cristalli di ghiaccio di acqua salata che galleggiano nei canali: ce ne sono a frotte e risplendono con quei pochi raggi lunari che passano attraverso lo spiraglio lasciato dai palazzi che costeggiano il canale.
Stiamo arrivando ad un punto dove il canale sfocia nella grande laguna circolare ed arriva una gran luce: io distratto mi sporgo come una falena attratta dal fuoco e vado a finire in piedi in mezzo al canale. Stranamente non affondo, ma appena mi rendo conto di dove sono mi affretto a ritornare sul marciapiede di pietre e cemento levigati dall'acqua. Solo ora mi rendo conto che stavo camminando scalzo con solo dei calzini addosso: ho le palme dei piedi leggermente bagnate ma non sento freddo.
Avanzo nella laguna, camminando sotto il portico che la racchiude, ed alla luce delle vetrine illuminate dei vari negozietti passo ad esaminare una pietra fucsia: questa somiglia già di più ad un cristallo e decido pertanto di conservarla.
Scambio qualche parola con un negoziante per poi arrivare alla fine della laguna dove incontro gli altri con cui ero venuto, tra cui il mio collega di lavoro che mi racconta un fatto curioso: puntando al di là della laguna, mi dice che da dove è passato c'era un ricco signore che possedeva due grandi negozi uno di qua ed uno al di là della recinzione (c'è una specie di rete nera che divide in due parti la laguna stessa). Lui vive dentro ad una 127 color oliva vicino alla rete e pare si diverta a prendere in giro i clienti. Infatti il mio amico ha assistito alla scena di una cliente appena uscita dalla grande merceria dove aveva acquistato un abito da sposa bianco, che si è vista spuntare il padrone del negozio dalla succitata 127 e porgerle qualche domanda di rito sul vestito - "Ma che bel vestito! L'ha appena comprato? E' contenta? ..." - lei, un po' confusa, ha risposto alle domande per poi sentirsi chiedere "Mi scusi? Ma lei sa mica come sia vivere in una 127?" ridacchiando allegramente, soddisfatto della sua burla.