Ci fermiamo così ad osservare in piedi la proiezione de “Le formiche assassine”: è ambientato nel deserto con una tribù di regali beduini abbigliati con i tipici abiti neri o bordeaux.
C’è un piccolo villaggio nel deserto ed arriva un membro della tribù a comunicare che le formiche stanno letteralmente divorando le scorte di cibo e bisogna immediatamente intervenire prima che sia troppo tardi, mostrando una mano con quello che sembra della carne in umido, con pomodoro e piselli con le formiche che lo mangiano ad una velocità smisurata.
Io sono già spaventato e appena vedo delle minuscole formichine che mi camminano sulle dita dei piedi le allontano il più velocemente possibile. Ad un certo punto addirittura finisce po’ di condimento dell’umido sull’alluce del piede destro, al che mi viene il pensiero che possano mangiare gli esseri umani, e di fatti mentre il messaggero che aveva portato la triste novella si allontana avvicinandosi al cancello in legno di accesso al villaggio, affonda sulla gamba destra. La sorella dice che è perché gli stanno mangiando le ossa da dentro.
Io sono terrorizzato e mi allontano scappando dal cancello quando lei mi da la mano dicendomi “Ti prego aiuta mio fratello” (mentre io penso tra me e me che sia già troppo tardi). Questo quando vedo una scena raccapricciante: arriva nei suoi occhi un flusso nero e rosso mentre lei rimane in piedi come paralizzata: sono le formiche che le stanno mangiando gli occhi da dentro facendoglieli insanguinare.
Ora vedo la scena da dentro l’occhio della ragazza: una coppia di formiche le divora l’iride in pochi istanti e poi si appoggia su quello che pare essere il nervo ottico (ma a metà dell’occhio, subito dietro la lente dell’umor vitreo) e ad un tratto dal fascio di nervi emerge quella che pare essere la pupilla. I due insetti la spingono sotto un paio di volte riuscendo alla fine a farla restare giù.
Fuga dal villaggio
Sono in un posto che ho già visitato in sogno: è il mio villaggio natio (nel mondo onirico) e sono arrabbiato perché non mi vogliono insegnare a tirare con l’arco. Allora decido di andarmene al villaggio adiacente, dove c’è un vecchio signore di un’altra razza (forse aliena?) che spesso mi ha fatto da secondo padre: ho deciso che chiederò a lui di insegnarmi a tirare con l’arco.
Passo e trovo la mia collega M. che vive in periferia, in una casa che ricorda molto le vecchie abitazioni giapponesi sollevate dal terreno, solo che invece di essere in legno è in cemento. Mi dicono dove dirigermi per trovare il vecchio ed io corro in quella direzione: arrivo in una specie di strada coperta, all’ombra, e non faccio a tempo a salutarlo che notiamo tre furgoni bianchi chiusi con dei portelloni laterali.
Capiamo subito che è un attacco nemico: ne avevano già sventato uno l’ultima volta. Oggi però sembrano organizzati e sono arrivati durante la notte sfruttando l’effetto sorpresa.
Io corro dall’altro lato dell’edificio e vedo arrivare degli altri mezzi: mi nascondo tra delle fronde di erba davanti ad una finestrella di accesso alle cantine e li vedo scendere armati e pronti all’attacco. Sono travestiti da umani, ma in realtà sono alieni.
Una di loro, travestita da donna di colore con lunghi capelli ricci ed un vestito grigio, sembra quasi che mi abbia intravisto. Io senza pensare fuggo e faccio le scale in volo come mai non ho volato prima. Poi, stanco degli incubi e dello scappare, decido di svegliarmi ma anche qui ho una brutta sorpresa: vedo la mia mano sul letto ma non riesco a muoverla ne a parlare. Allora sento che muovo una mano per appoggiarla sulla gamba della mia compagna in modo che mi svegli, e mi pare anche di sentirla svegliarsi, ma in realtà non succede niente di tutto questo.
Allora richiudo gli occhi, mi concentro nuovamente e li riapro: stavolta però da sveglio e riesco a muoverla e ad alzarmi.
Doppio regalo a Fabio
Sono al Rockin’1000, al Parco Ippodromo di Cesena. Il sole sta tramontando e siamo seduti a chiacchierare sul palco dei Guru: Fabio sta indossandouna maglietta bianca degli SKUNK ANANSIES se non mi sbaglio (la scritta forse cambiava leggermente, essendo io in un sogno).
Arriva una ragazza alta, magra con i capelli lunghi ricci scuri raccolti in una coda e gli lancia delicatamente la stessa maglietta ma con la scritta di un colore differente: quella della magliette che stava indossando era azzurro fluorescente, mentre la scritta del regalo era giallo/verde (fosforescente).