Stavolta sto seguendo una persona e lo vedo di sfuggita: la zona sembra industriale, in via di sviluppo/costruzione. C'è una strada soprelevata con delle strutture in cemento armato simili a colonne ma più elaborate, con dei basamenti che accolcono delle specie di archi volti a sorreggere la passerella per i pedoni che la dovranno attraversare. La strada finisce e si perde nel vuoto dell'immenso panorama antestante: il mio nemico è subito dopo la colonna: io dovrei invertire la direzione in corsa ma mi dovrei andargli proprio incontro. Faccio uno scatto e poi con una finta utilizzo la base dell'arco come superficie d'appoggio e facendo due passi veloci inverto il senso di marcia e spicco un salto chiudendo gli occhi.
Percepisco l'antagonista che ha effettuato un salto mortale e mi sta arrivando alle spalle: mi giro mantenendo gli occhi chiusi e lo raccolgo cingendogli la vita e schivando il suo attacco. Sto per sbatterlo in terra di testa ma nuovamente mi sveglio, troncando il sogno...
Stavolta il mio nemico aveva le fattezze di David Bowie, ma poi il viso cambiava nuovamente per trasformarsi in quello di Kiefer Sutherland.
Sono in giro con un mio ex-collega del negozio e due mie attuali colleghe di lavoro.
Stiamo passeggiando a piedi per un viale erboso in mezzo ad un bosco. Ad un certo punto arriviamo ai limiti di quella che sembrerebbe essere una fortezza mimetizzata nel verde, con arbusti ed edera che ne ricoprono le mura. D, il mio ex-socio, è più avanti con G., una delle mie colleghe, e ci esorta ad affrettarci per fare il giro delle mura e scoprire di cosa si tratti.
Per tutta risposta io sollevo in spalla la mia leggerissima collega S. e mi accingo scherzosamente a camminare di buon passo per andare tutti assieme in perlustrazione.
E così arriviamo all'accesso principale del castello, dove ci accolgono e ci fanno entrare con la macchina. Mi porto poi con quest'ultima sopra una semplice e robusta impalcatura in ferro: poi improvvisamente, ma in maniera fluida e disinvolta, é come se si trasformasse dalla forma di un ponte da meccanico a quella che ricorda vagamente il sostegno di un canestro di strada, quasi per magia.
Io allora scendo con un salto agile e scattante lasciandomi cadere giù. Qui già noto, anche se distrattamente, di avere una certa leggerezza; leggerezza che verrà poi confermata successivamente.
Infatti mentre cammino per raggiungere gli altri sento suonare il mio cellulare, con la suoneria che utilizzo nel mondo reale per giunta. Allora con un accenno di corsetta leggera torno di corsa verso l'auto, anche se mi meraviglio molto di ver lasciato il cellulare a bordo: giunto alla base dell'impalcatura compio un balzo e mi aggancio con la mano destra ad uno dei tubi di ferro, ma con un'inerzia ed una spinta tali da riuscire ad arrivare all'apertura del finestrino dello sportello passeggero in un unico movimento. Scopro poi che l'auto non è la mia, stranamente, e allora ri-salto giù e mi dirigo verso l'altra impalcatura dove c'è un'altra vettura, che a questo punto immagino sarà la mia ... e mi sveglio.