presentazione che viene proiettata su un telone mentre noi siamo seduti su delle
sedie di plastica poste a lato del vasto viale pavimentato in porfido, in una città che
ricorda vagamente Venezia.
Io sono insofferente e dopo pochi attimi critico le argomentazioni della donna,
sentendomi sicuro di quanto sto dicendo.
Mi alzo e me ne torno a casa, in attesa del party aziendale la sera.
A casa c’è mio zio che mi parla per farmi sfogare, e poi arriva un assurdo cucciolo di gatto, con del pelo verde intenso ed una pelle che sembra gonfia, simile ad un pallone da spiaggia trasparente, con delle venature tendenti al violaceo. Attraverso la pelle vedo muscoli, ossatura ed organi interni, ma non mi fa impressione, anzi mi piace e mi accorgo di desiderare quel gatto, ma mio zio lo prende in braccio. Pochi attimi dopo gli dico che secondo me cambia anche colore e in tutta risposta la peluria del felino assume una colorazione viola scuro, intensa, tendente al fucsia.
Arriva il momento della serata aziendale, e ci ritroviamo tutti in una location storica,
vicino alla spiaggia. E’ una struttura interamente costruita in grosse pietre
rettangolari, segnate dagli anni e dalle intemperie, molto belle ed eleganti. Noi
siamo all’aperto, ma c’è anche un grosso maniero tutto aperto a nostra disposizione.
Fuori c’è un grosso canale doppio che porta l’acqua del mare all’interno del cortile, completamente rivestito dalle stesse pietre: quando arrivo è al calare del sole, ma c’è ancora luce, e ricordo distintamente di aver sentito una forte folata di vento e di aver visto girandomi una grossa ondata d’acqua spinta all’interno del canale, alta più o meno due metri. Mi trovavo nelle vicinanze dell’onda ed ho fatto un salto dallo spavento, trattenendomi dal volare via dato che c’erano dei miei colleghi nelle vicinanze. Li ho incontrati e ci siamo messi a discutere del fatto che ci avessero acquisito i cinesi. Ora eravamo dei ragazzi, e cercavamo da bere ma il personale orientale del catering pareva aver nascosto il vino. Ad un certo punto vedo una cameriera con una brocca in terracotta dalla forma di una teiera che ci versa un bicchiere a testa e poi se ne va. Noi beviamo amareggiati ed io per consolare i miei colleghi dico loro che anche se noi forse prenderemo di più, almeno loro non saranno assunti dai cinesi… o forse era il contrario.
Mi allontano per dirigermi verso l’edificio austero, quando osservando la
pavimentazione dei canali, noto una carpa in stile giapponese scolpita nelle pietre, e non appena l’acqua la bagna la vedo animarsi.
Io lo osservo attentamente, quasi più divertito che spaventato, e mi sveglio.