Capiamo che sono entrati in una vecchia chiesa in una via del centro storico (ci troviamo in quella che pare essere una vecchia città del nord Italia, forse Verona, o Trieste, ma potrebbe essere anche Firenze a pensarci bene in quanto ci sono stato da qualche giorno ed abbiamo proprio visto da fuori la Cattedrale di Santa Maria del Fiore in Piazza del Duomo) ed entriamo a cercare l'oggetto.
Appena entrati ci troviamo di fronte un ambiente enorme, che pare quasi scavato nella roccia come Erebor nel Signore degli Anelli (infatti, più tardi da fuori vedo le grandi pietre che compongono la parete esterna di un altro accesso, attorno alla porta anch'essa in pietra, ed appaiono come divise per la diversa colorazione di alcune di esse, ma in effetti sono un tutt'uno, senza fughe o linee di demarcazione tra un masso e l'altro): io procedo verso il fondo, camminando in mezzo alle fila di panche deserte in direzione del grande altare in pietra, mentre mia madre si sofferma all'inizio controllando i pochi mobili vicino alla porta.
Se ricordo bene credo abbia avuto più fortuna lei: infatti deve avermi chiamato mentre stavo arrivando alla fine della grossa navata. Anzi, ora che ricordo bene mi ha avvisato che stavano ritornando i due brutti ceffi che stavamo inseguendo e di muovermi.
La raggiungo e vedo la reliquia infilata sotto il ripiano di un mobiletto di legno aperto simile ad un tavolino quadrato molto alto. Proprio quando sto per appropriarmi dell'oggetto sono costretto alla fuga e lo abbandono lì in bella vista.
Scappiamo da una portone doppio molto alto spostato sulla destra, che scopriamo essere l'entrata principale. Ci si chiude dietro le spalle e rimaniamo fuori della parete in pietra apparentemente senza fessure, tanto che le pietre sono quasi tutte uguali e contigue, fatta eccezione qualcuna per cui cambia la colorazione da grigio scuro a rossiccia con dei riflessi ruggine. Siamo tra le porte in legno che danno all'esterno e la parete menzionata poco sopra: c'è un'altra persona che ci aspetta fuori ma le do poca importanza passando ad esaminare la superficie esterna. Noto una pietra rossa, o meglio un rettangolo colorato, e come un cerchietto un po' più scuro, subito sotto nel grigio, di colore quasi marroncino/tortora, quasi a ricordare un nodo nel legno.
Ci poggio sopra il dito e la parte di pietra con il dito appoggiato ha come un movimento impercettibile, a cui risponde il rumore elettromeccanico di apertura della porta. Infatti in quella che sembrava un'unica lastra di roccia si delineano due ante di una grande porta da chiesa. Restiamo sbigottiti per un momento ma io mi riprendo in fretta e mi precipito all'interno a recuperare definitivamente l'oggetto precedentemente abbandonato.
Appena entro noto che la porzione di chiesa più spostata era un'altra piccola chiesetta dove in quel momento stavano dicendo messa (in pochi attimi era arrivato il prete con i fedeli ed avevano già cominciato). Per una frazione di secondo gli astanti ed il celebrante rimangono stupiti ma continuano nel loro rituale, mentre io mi dirigo verso il tavolino, raccolgo la reliquia che procedo a piegare riducendola alle dimensioni di un fazzoletto, e mi sposto tra la seconda fila di panche per fermarmi davanti all'altare, spostato sulla destra, a pochi passi dal prete proprio prima della comunione; qui mi inginocchio e faccio rapidamente il segno della croce per poi scoppiare in un pianto di commozione religiosa, quasi avessi visto la luce, fingendo di asciugare le lacrime col fazzoletto-reliquia ...
Appena il prete torna dietro l'altare alla mia sinistra, mi sposto verso la porta e mi soffermo in piedi per "calmare la mia crisi di pianto" e poi colgo al volo il diversivo di un nugulo di palloncini colorati, per lo più gialli intervallati da qualcuno rosso e blu, spinto all'interno dal vento per uscire di volata e scappare con gli altri che mi aspettano fuori (anche se quest'ultima scena non la vedo in quanto mi sveglio pochi attimi prima).