Lavoriamo tutta la mattina e poi lui pasteggia e conclude il pranzo con una banana. Gli dico di lasciare la buccia sulla scrivania perchè avrei pensato io a ripulire. Lui mi ringrazia ed io continuo a sbrigare le mie faccende.
Quando torno in ufficio lui non c'è più e trovo la buccia sul tavolo: la stanza è piccola e ci sono due o tre scrivanie in ciliegio lungo il perimetro delle pareti, anche queste coperte con delle grosse tavole di ciliegio.
Raccolgo la buccia per buttarla nel cestino e per fare questo abbasso la testa; nel mentre sento un acuto starnuto ed alzo lo sguardo di scatto: di fronte a me, dietro una scrivania vedo stagliarsi in piedi la figlia del capo, una ragazza dai capelli rosso scuro ricci e lunghi, con la carnagione rosa e vestita con calze nere, minigonna nera ed un maglione nero con una camicia da donna bianca di cui vedo spuntare il colletto dal girocollo del maglioncino.
Spaventato faccio per puntarle il manico in legno (stranamente appuntito) della scopa a mo' di lancia ma lei è già sparita.
II. sogno la camera da letto matrimoniale dove dormiamo, di notte, con una luce artificiale surreale che illumina quasi a giorno: il portatile è in terra vicino al letto, dove l'ho sistemato prima di andare a dormire, e ci sono tre bottiglie verdi che sembrano d'acqua, di un materiale che faccio fatica a distinguere se sia vetro o plastica.
III. mi sveglio e sono in ritardo per andare all'appuntamento con la compagnia di un mio caro amico che mi deve tagliare i capelli (è una cosa che deve succedere veramente nel mondo reale): guardo l'ora e sono le 12:10, mentre dovevo essere da lei alle 10/10.30.
Corro in macchina ma non convinto guardo l'ora e vedo che in realtà sono le 9:30, quindi ho fatto tutto in fretta per niente (anche se in realtà nel sogno è accaduto tutto di seguito, senza interruzioni).
Stiamo girando per le file di roba accatastata quando incontriamo due giovani ragazze. Anche il mio amico è giovane e mi ricorda il figlio tredicenne della mia compagna, anche se deve avere qualche anno in più.
Per gioco ci mettiamo a seguire le ragazze, ma arriviamo alla fine di una corsia dove loro si nascondono per sfuggire ad un cliente che insistentemente chiede "Come si fa per misurare?" riferendosi alle pareti di un mobile che sono impilate una sopra l'altra e fermate con del nylon azzurro. Insofferente il cliente scala la pila di tavole di legno per cercare di prendere lui stesso le misure, ma continua a chiedere aiuto angosciato , mentre le ragazze strisciano basse sotto le parti che sporgono dal mucchio per passare inosservate. Noi ci abbassiamo imitandole ma io riesco ancora ad intravedere il viso dell'uomo dalla mia posizione in basso, cercando di schiacciarmi il più possibile a ridosso del mobilio per non farmi vedere. Ricordo molto bene un punto in cui il nylon si incrociava ad X e lui è spuntato dall'alto per cercarci ma non ci ha visti. Era un uomo sulla cinquantina, dai capelli lisci neri tirati indietro, carnagione chiara, montatura nera in plastica, cappotto nero, jeans scuri e scarpe nere.
Siamo poi scappati anche noi allo sguardo inquisitore per correre in fondo alla corsia dove c'erano dei materassi nuovi accatastati per la vendita. Vedo che la mucchia è sufficientemente bassa per permettermi di saltarla imitando un atleta di salto in alto e prendo abbastanza rincorsa per compiere la manovra: procedo quindi al salto e mi giro in aria atterrando di schiena sul materasso in cima.
Sono rimasto indietro da solo e mi accingo allora a raggiungere gli altri.
Arrivo ad una zona mensa, vagamente simile al self-service dell'IKEA ma con una disposizione ed un servizio più grezzi. Ci si serve da soli come ad un buffet, e non trovando gli altri decido di mangiare prima per poi rimettermi alla ricerca delle ragazze, con la pancia piena.
Mi siedo col mio amico che nel frattempo ho ritrovato ed arriva un uomo dai capelli corti grigio-chiari: prende un piatto e l'appoggia al tavolo dove stiamo mangiando, poi addirittura arriva un'inserviente della mensa che gli appoggia un vassoio in alluminio pieno di pietanze da assaggiare. Anche altri ci mangiano attorno, vicino, come se ci fosse un grande tavolo da ricevimento pieno di portate invisibili alla maniera di "HOOK", il film con De Niro e Robin Williams.
Mi sveglio prima di poter finire di mangiare e ritrovare le ragazze.