Lo saluto scherzando e facendo una battuta mentre sta entrando dalla porta principale e intanto penso che somiglia molto ad un altro uomo dai capelli rossi, più lunghi e ricci, che ho ucciso in un altro sogno. Probabilmente un avversario inviato dal mio inconsco.
Gli chiedo infatti se per caso non sia figlio di quell'uomo, per confermare la mia teoria, e lui sorridendo mi dice di sì.
Ridiamo di quanto sia piccolo il mondo e ci salutiamo, mentre lui pare essere entrato da un cancelletto laterale che da accesso al cortile dell'appartamento al pianterreno, sulla destra.
Io sono con due amici, un ragazzo ed una ragazza, e penso tra me e me, con la complicità degli altri due, come reagirà quando scoprirà quanto è successo a suo padre, e se non sia per caso anche lui un'altro agente inviato dal mio inconscio per disturbare i miei sogni.
L'ambiente era insolitamente sereno e luminoso per la situazione, in una scena di giorno e con il sole. La stagione doveva essere intermedia in quanto eravamo tutti vestiti con un maglione leggero, senza giacche o cappotti.